SEXTRA!¡


#storia
Storia delle mutande: dalle antiche civiltà ai tempi moderni
🕓6 minuti di lettura
Storia delle mutande: dalle antiche civiltà ai tempi moderni
L'interesse per le mutandine, da sempre oggetto di curiosità e dibattiti, ha una storia intrigante che attraversa secoli di evoluzione sociale e culturale. Dai tempi degli antichi Romani al giorno d'oggi, dalle scelte nascoste all'intimo a vista, questo capo d'abbigliamento ha vissuto una storia controversa con molte sfaccettature, comprese le innovazioni tecnologiche.

Una domanda apparentemente innocua come "Le ha o non le ha?" può suscitare discussioni che vanno oltre l'apparenza, specialmente quando si tratta di una donna attraente. Tuttavia, l'oggetto in questione è uno solo: le mutandine.

Oggi, le mutandine sono considerate un elemento essenziale del guardaroba, e le rilevazioni di mercato mostrano che ogni donna italiana acquista in media cinque paia di intimo all'anno. Ma oltre alla moda, sorgono domande cruciali: le mutandine contribuiscono al benessere del corpo? Secondo una dermatologa milanese, la risposta è positiva, ma con una condizione: devono essere realizzate con fibre naturali come cotone, seta e lino. Questi materiali prevengono sfregamenti indesiderati, preservando le zone delicate della pelle e delle mucose, mentre le fibre artificiali possono causare problemi come allergie.

La storia delle mutandine attraversa epoche e culture. Gli antichi Romani, per esempio, non le indossavano, preferendo la subligatula per attività fisiche e costumi da bagno. I Greci, in giovinezza, ostentavano liberamente le parti intime, indossando solo una tunica da adulti, mentre a letto si concedevano la nudità.

Mutatis mutandis
Nel Medioevo, il termine "mutanda" nacque, derivando dal latino medievale "mutare", indicante ciò che doveva essere cambiato. Tuttavia, la vera svolta avvenne nel 1500 con Caterina de' Medici, che introdusse mutande attillate di cotone o fustagno per preservare la decenza durante una particolare modalità di cavalcare.

Le mutande, conosciute anche come "briglie da culo", divennero popolari tra le nobildonne, ma il loro lusso e l'eccesso portarono a una degenerazione, trasformandole in simboli di lussuria e persino bandiere delle prostitute.

Braghesse, lunghe fino al ginocchio
Successivamente, le "braghesse", versioni lunghe fino al ginocchio, furono adottate dalle cortigiane veneziane per motivi di decoro imposti dalle autorità. La Chiesa, da un lato, le criticava come capi libidinosi, ma dall'altro le incoraggiava per coprire le parti intime in dipinti considerati scabrosi.

La storia delle mutandine è intrisa di sfumature, passando da un capo d'abbigliamento pratico a uno strumento di lussuria, riflettendo le trasformazioni culturali nel corso dei secoli.

La decadenza delle mutandine nel primo Settecento è evidente: solo il 3% delle nobildonne le indossava, segnando un declino che trova una nuova linfa nell'Ottocento grazie all'avvento delle crinoline, richiedendo qualcosa sotto la gonna per preservare il pudore in situazioni ventose o su scale ripide.

Il panorama attuale delle mutandine è un riflesso della loro evoluzione nel tempo, non solo nella questione di indossarle o meno, ma anche nelle scelte di colori e tessuti. Nel corso degli anni, le mutandine si sono trasformate grazie a nuovi modelli, materiali innovativi, tecnologie avanzate e colori di tendenza.

Un aneddoto curioso proveniente dal secondo Dopoguerra racconta di mutandine "collettive" a disposizione di ragazze parigine nei locali notturni, evidenziando la varietà di soluzioni adottate nel passato.

Negli anni '60 e '70, le mutande divennero parte integrante del mondo della moda, con il termine "slip" che fece la sua prima apparizione nel 1906, indicando mutande corte e aderenti, ideali per gli sportivi.

Boxer
L'evoluzione delle mutandine ha visto una tendenza a ridurre le dimensioni, con l'emergere degli slip ridottissimi negli anni '70 e il ritorno degli slip a calzoncino negli anni '80, noti come boxer, ispirati alle brache dei pugili. Oggi, i boxer vengono indossati in versioni più corte, particolarmente popolari tra gli adolescenti che desiderano mostrare la biancheria intima con pantaloni a vita bassa.

Sul fronte femminile, gli anni '90 sono stati caratterizzati dal boom delle vendite di tanga e perizomi, con l'uso di materiali più ridotti rispetto alle culotte tradizionali.

Commestibili e ...odorose
Gli anni '90 hanno anche visto eccessi come gli slip commestibili dagli Stati Uniti e una legislazione in Giappone per vietare la vendita di mutandine usate in distributori automatici, sebbene tali articoli abbiano ancora un mercato sotterraneo.

In termini di stili e tendenze, gli anni passati hanno rappresentato una fase di cambiamenti e stravaganze nel mondo delle mutandine, evidenziando la continua evoluzione di questo indumento intimo nel corso dei secoli.

Mutande Hi-Tech
Nella contemporaneità, dall'Oriente giunge un innovativo concetto di intimo: le mutande anti-flatulenza, straordinari indumenti contenitivi realizzati con un tessuto combinato di poliuretano e nylon, progettato per trattenere l'aria e raccogliere i gas sgradevoli in una tasca apposita, dove vengono neutralizzati attraverso un filtro a base di carboni attivi. Un altro esempio curioso è la mutanda progettata per sollevare il gluteo, un parallelo dell'analogo capo d'abbigliamento per il seno. Marchi rinomati come Valentino presentano slip maschili con imbottitura frontale, mentre Calvin Klein propone una linea di boxer ideata per modellare i fianchi e aumentare il volume nella zona anteriore. Queste tendenze evidenziano l'approccio innovativo nel mondo dell'intimo, spesso guidato da soluzioni originali e funzionalità avanzate.

© 2024 Splash it s.r.l. All Rights reserved. P.IVA: IT05991270876