Nell'epoca in cui i partner sono facilmente tracciabili attraverso il GPS, si registra una diminuzione dell'attività sessuale rispetto a un periodo in cui gli smartphone non erano ancora diffusi. Un'indagine rivela un dato notevole: i Millennials, nati negli anni '90, adottano comportamenti sessuali più moderati rispetto ai loro genitori alla stessa età, con il primo incontro sessuale che spesso si verifica dopo i 18 anni.

Senza troppa fretta
Secondo un professore di psicologia il 15% dei giovani di 20-24 anni nati negli anni '90 afferma di non aver avuto esperienze sessuali fino ai 18 anni, un ritardo che interessava solo il 6% della cosiddetta generazione X (nata tra il 1963 e il 1980) al tempo. Lo studio coinvolge 26.707 giovani americani tra i 18 e i 24 anni, con implicazioni legate alla loro provenienza geografica.

Questa generazione ritarda il momento "del primo incontro" in modo più prolungato, con una percentuale crescente che attende fino ai 20 anni e oltre. L'attesa fino a quando si è pronti rappresenta una buona notizia per la salute sessuale ed emotiva dei giovani. Tuttavia, evitare completamente questa fase potrebbe comportare la perdita di alcuni vantaggi di una relazione romantica "grandi".

Sesso sì, ma virtuale.
Tra le cause di questa tendenza potrebbero figurare la crescente preoccupazione per la sicurezza personale, incentivata dai media, e l'effetto boomerang della tecnologia, che potrebbe spingere a dedicare più tempo al flirtare online piuttosto che di persona.

Un altro fattore potrebbe essere il prolungato soggiorno presso la casa dei genitori, con la pornografia e varie forme di intrattenimento immediatamente accessibili con un clic.
Al contrario, sembra che il fattore religioso non abbia un impatto significativo: così come l'attività sessuale, anche l'identificazione con una confessione religiosa sembra in declino nel campione analizzato.