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Siamo nati per essere monogami?
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Siamo nati per essere monogami?
Un'indagine del 2017 indica che la risposta a questa domanda potrebbe dipendere dalla configurazione intrinseca dei nostri cervelli.

Nello studio, 20 uomini eterosessuali sono stati sottoposti a risonanze magnetiche cerebrali mentre esaminavano diverse categorie di immagini. Alcune ritraevano contenuti sessuali, raffigurando coppie coinvolte in atti penetrativi. Altre erano di natura romantica, mostrando uomini e donne vestiti in attività intime non sessuali. Infine, alcune erano neutre, ritraendo scene naturali o persone coinvolte in attività non romantiche o non sessuali.

Metà degli uomini era classificata come "altamente monogama", con un passato privo di relazioni aperte o infedeltà, e una storia di partner sessuali inferiore alla media. L'altra metà era considerata "altamente non monogama", con esperienze di relazioni aperte e infedeltà, e una preferenza per più partner nello stesso tempo.

I risultati indicano che, indipendentemente dall'orientamento relazionale, gli uomini esposti a immagini sessuali manifestavano un'attivazione significativa dei circuiti cerebrali della ricompensa, sottolineando la gratificazione derivante da tali stimoli.

Al contrario, gli uomini monogami (rispetto al gruppo non monogamo) presentavano un'attivazione significativamente maggiore dei circuiti cerebrali della ricompensa in risposta alle immagini romantiche. Le regioni cerebrali attive durante la visualizzazione di immagini romantiche nei monogami erano in gran parte sovrapponibili a quelle attivate durante l'esposizione a immagini sessuali.

In altre parole, gli uomini monogami elaboravano sia immagini romantiche che sessuali in modo simile, trovando entrambi i tipi di stimoli altamente gratificanti.

Al contrario, gli uomini non monogami sembravano elaborare immagini romantiche in modo leggermente diverso. A differenza dei monogami, che mostravano una risposta generale di ricompensa, i non monogami attivavano regioni cerebrali coinvolte nell'elaborazione cognitiva di ordine superiore, indicando un atteggiamento più analitico nei confronti delle immagini romantiche.

Questi risultati suggeriscono la possibilità che la predisposizione verso stili relazionali diversi possa avere radici nella struttura cerebrale, aprendo la strada a ulteriori indagini sulla relazione tra la configurazione cerebrale individuale e le preferenze relazionali. Va notato che, oltre a questa interpretazione, sono possibili anche altre spiegazioni, come l'influenza dell'esperienza nelle relazioni sulle risposte cerebrali. Sono necessarie ulteriori ricerche per esplorare approfonditamente tali dinamiche.

Sono indispensabili ulteriori indagini per esplorare questi confini e per replicare gli esiti su campioni più estesi e diversificati. In aggiunta, sarebbe stimolante indagare se le risposte cerebrali degli uomini non monogami subiscano variazioni in base alla tipologia di non monogamia praticata. In questa ricerca, tutti gli uomini non monogami avevano sperimentato sia la non monogamia consensuale che quella non consensuale. Pertanto, cosa si riscontrerebbe negli uomini che hanno familiarità solo con uno di questi due modi di intendere la non monogamia? Le loro risposte cerebrali presenterebbero divergenze?

Nonostante la necessità di considerare questi risultati come preliminari, essi suggeriscono la plausibilità dell'esistenza di un orientamento relazionale già "preimpostato", con l'ipotesi che differenti individui possano avere una propensione verso varie modalità relazionali.

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