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Preoccupazioni genitoriali sull'orientamento di genere dei figli
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Preoccupazioni genitoriali sull'orientamento di genere dei figli
I primi segnali di un orientamento di genere differente emergono prima dei 18 anni nell'80% dei casi.

Circa un milione di italiani si autodefiniscono omosessuali o bisessuali, con altri 2 milioni che hanno sperimentato attrazione o relazioni sessuali con individui dello stesso sesso. Principalmente giovani, la manifestazione dei primi indizi di un orientamento di genere diverso avviene nell'80% dei casi prima dei 18 anni. Nonostante il termine "gender" sia ancora oggetto di timore per i genitori italiani, il 46% riconosce che i loro figli attraversano l'adolescenza con incertezze evidenti, conflitti e dubbi di orientamento sessuale più o meno accentuati.

La parola "gender" non è ben accolta dai genitori italiani, benché il 46% di essi riconosca che i loro figli affrontano l'adolescenza con incertezze, conflitti e dubbi di orientamento sessuale più o meno pronunciati. Nonostante il 46% delle madri e dei padri si renda conto che i figli attraversano l'adolescenza con evidenti incertezze, conflittualità e dubbi di orientamento sessuale più o meno marcati, uno su tre non sa come affrontarli e vive nella paura.

Anche se il 59% ritiene che le discussioni sul gender possano disgregare la famiglia tradizionale, il 50% ammette che il mancato dialogo su questo tema possa compromettere la crescita armoniosa dei ragazzi. I dati dell'indagine sono stati presentati con l'obiettivo di comprendere come i genitori stiano affrontando i cambiamenti nella famiglia. I risultati mostrano che se due genitori su tre considerano ormai assimilabili alle famiglie tradizionali le coppie di fatto, ancora il 54% pensa che l'unica famiglia possibile sia quella fra uomo e donna, e il 52% si oppone alla fecondazione eterologa.

L'indagine, condotta su 1.000 genitori di adolescenti dai 12 ai 16 anni, rappresentativi della popolazione generale, dimostra che nonostante due genitori su tre considerino assimilabili alle famiglie tradizionali le coppie di fatto, il 54% ritiene che l'unica famiglia possibile sia quella composta da uomo e donna. L'identità di genere maschile e femminile è al centro di molti dibattiti educativi. I dati cercano di far luce su ciò che pensano i genitori e dimostrano che nelle case degli italiani c'è soprattutto confusione, paura e ignoranza su questi temi. Eppure educare alla differenza e trasformarla in risorsa è fondamentale in ogni percorso di educazione affettiva e sessuale: oggi un milione di italiani si dichiara omosessuale o bisessuale, altri due milioni di persone hanno avuto esperienze sessuali o attrazione per persone dello stesso sesso.

I primi segni di un diverso orientamento di genere si manifestano nell'80% dei casi prima dei 18 anni e sono moltissimi i ragazzi che devono affrontare dubbi e incertezze durante il difficile periodo dell'adolescenza: i genitori se ne rendono confusamente conto, ma sembrano incapaci di affrontare il tema con consapevolezza e con un obiettivo educativo. Al Nord del Paese l'apertura verso forme di genitorialità e di famiglia diverse è maggiore, ma ovunque c'è disorientamento, insicurezza e poca conoscenza del problema.

Il 20% dei genitori è inesperto nell'affrontare il passaggio dei propri figli dall'infanzia all'età adulta, indicando una sensazione di spaesamento di fronte a giovani che vivono in un contesto notevolmente distante da quello dei loro progenitori. Solo uno su cinque ricerca e instaura un dialogo coi figli su queste tematiche. In aggiunta, il 15% dei genitori ritiene utile il counseling di sostegno per le famiglie con adolescenti omosessuali, mentre il 54% considera la rete e i social come un valido supporto al disagio adolescenziale, con le dovute precauzioni. Questi dati delineano il quadro di genitori che percepiscono in modo confuso il disagio, oscillando tra la negazione della realtà e la ricerca di soluzioni più o meno immediate.

Il presidente di Paidoss spiega che il Forum è intitolato "GenDerazione X-Cronache da famiglie sotto assedio" per evidenziare la continua trasformazione della famiglia tradizionale. I pediatri si trovano sempre più di fronte a nuovi modelli familiari, il risultato di un cambiamento culturale inarrestabile. È fondamentale prendere coscienza di questa evoluzione, riconoscendo la diversità e le tematiche di genere, indipendentemente dalle opinioni personali. Il presidente sottolinea l'importanza di essere alleati delle famiglie, indipendentemente dalla loro composizione, per il bene dei bambini. Sottolinea che è il tessuto affettivo a fare la differenza, più della diversità di genere. Riconosce che questi equilibri sono difficili, soprattutto se la società non è pronta ad accogliere questi nuovi modelli familiari, ma sostiene che i pediatri possono fare molto per semplificare questo passaggio culturale.

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