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Orgasmo e cervello: il racconto di una relazione senza tempo
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Orgasmo e cervello: il racconto di una relazione senza tempo
L'orgasmo rappresenta indubbiamente lo stato psicofisico in cui l'individuo sperimenta il massimo livello di piacere erotico-sessuale. Questo termine è diventato così diffuso da essere costantemente discusso, ma non sempre in maniera adeguata. Tuttavia, una maggiore chiarezza può derivare dagli studi condotti per anni da un neuroscienziato. Lo studioso ha dedicato decenni a far sdraiare uomini e donne in una macchina per la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per raggiungere l'apice del piacere. I suoi colleghi hanno poi integrato tali ricerche con altre tecniche (PET), approfondendo la comprensione di ciò che avviene nel cervello durante l'orgasmo. Ecco cosa è emerso. Alcuni miti sull'argomento potrebbero essere confutati.

L'orgasmo come impulso cerebrale
Durante la fase di avvicinamento all'orgasmo, sia negli uomini che nelle donne, si osserva un'attivazione in varie aree cerebrali, principalmente quelle legate al tatto. Successivamente, altre aree del cervello apparentemente non correlate alla stimolazione corporea diretta, come il sistema limbico (coinvolto nella memoria ed emozioni), l'ipotalamo (che controlla l'omeostasi) e la corteccia prefrontale (coinvolta nel giudizio e ragionamento), vengono attivate in modo sempre più intenso. Questa catena di attivazioni non si localizza in un punto specifico del cervello, rendendo l'orgasmo un evento generalizzato, diffuso e destabilizzante per l'intero cervello.

Un orgasmo è un orgamso
La squadra del neuroscienziato ha sottolineato che, sebbene ci siano differenze fisiologiche evidenti tra l'orgasmo femminile e maschile (ad esempio, la durata degli orgasmi femminili è di circa 20 secondi rispetto ai 10 dei maschi), le stesse aree cerebrali vengono attivate indipendentemente dal sesso. Quindi, l'orgasmo è universale.

L'orgasmo come analgesico naturale
Dalle scansioni fMRI, i ricercatori hanno registrato un'intensa attività in alcune regioni cerebrali (insula e corteccia cingolata anteriore) coinvolte nella gestione del dolore. Lo studioso suggerisce che durante l'orgasmo vi sia un aumento dell'attività inibitoria in queste aree, contribuendo così a ridurre la soglia del dolore.

L'orgasmo come calmante naturale
Gli studi hanno evidenziato una significativa riduzione dell'attività nell'amigdala (importante per la percezione della paura) e nella corteccia orbitofrontale (coinvolta nel controllo degli impulsi). Secondo i ricercatori, ciò indica che durante l'orgasmo la percezione della paura e la capacità di controllare gli impulsi sono entrambe ridotte.

L'orgasmo come risultato della mente
Tra le scoperte più sorprendenti emerse da recenti ricerche, spicca il fatto che molte donne sono in grado di raggiungere l'orgasmo attraverso fantasie erotiche. Altrei studi hanno rivelato che l'attività cerebrale di queste donne era sorprendentemente simile a quella di coloro che avevano ottenuto l'orgasmo tramite auto-stimolazione fisica. In entrambe le situazioni, la corteccia sensoriale risultava essere particolarmente attivata.

Non solo orgasmo clitorideo
È stato definitivamente confutato il mito, che affermava che le donne potessero raggiungere l'orgasmo esclusivamente mediante la stimolazione diretta del clitoride. Sebbene il clitoride continui a essere la principale fonte di orgasmi femminili, alcune donne hanno da sempre riferito di sperimentare anche orgasmi vaginali. Per esplorare questa questione, i ricercatori hanno coinvolto donne con lesioni al midollo spinale, che impedivano la trasmissione delle sensazioni dalla clitoride. I risultati hanno dimostrato che queste donne potevano raggiungere l'orgasmo in modo analogo alle altre, contribuendo a sfatare il mito della necessità della stimolazione clitoridea diretta.

Le evidenze scientifiche sottolineano il profondo legame tra orgasmo e attivazione cerebrale, un fenomeno noto da tempo. Questo legame riveste un'importanza adattiva notevole per la specie, offrendo significativi benefici individuali che compensano i rischi associati all'atto sessuale. La ricerca continua a esplorare come questi effetti benefici possano contribuire al benessere generale e alla preservazione della specie umana.

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