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Gli spermatozoi presentano un'elica nella loro lunga appendice caudale
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Gli spermatozoi presentano un'elica nella loro lunga appendice caudale
Le cellule riproduttive maschili, notoriamente studiate, continuano a riservare sorprese. Sfruttando una metodologia avanzata di microscopia elettronica, che permette l'osservazione dettagliata delle strutture nanometriche fino al livello di singole proteine, un team di ricercatori ha identificato una configurazione a spirale finora sconosciuta, localizzata nell'estremità del flagello di questi nuotatori. Non è ancora del tutto comprensibile la sua funzione, ma potrebbe spiegare le disparità nell'efficacia del movimento tra gli spermatozoi.

Approfondimento
Gli studiosi hanno impiegato la tomografia crioelettronica, una variante della microscopia crioelettronica premiata con il Nobel per la Chimica nel 2017, per ottenere e analizzare rappresentazioni tridimensionali delle strutture nanometriche.

Le cellule sono state esaminate in condizioni di congelamento, senza l'aggiunta di sostanze chimiche che potrebbero alterarne le caratteristiche. Questo approccio ha permesso un'osservazione più dettagliata del flagello, una macchina complessa costituita da migliaia di proteine-mattoncino, note come tubuline, che consentono il movimento degli spermatozoi.

Le tubuline formano lunghe strutture chiamate microtubuli, sopra i quali si trovano le proteine motrici, fondamentali per il funzionamento del "motore" dei flagelli. Attraverso il loro avanzamento tra i microtubuli, queste proteine esercitano una trazione sulla coda, consentendole di flettersi e estendersi, in sostanza, di compiere il processo di nuotare.

Scoperta nanometrica
Analizzando la prima rappresentazione tridimensionale della sezione terminale del flagello, gli scienziati hanno individuato una struttura a spirale insolita che parte dall'estremità della coda e si estende per circa un decimo della sua lunghezza. Non è ancora chiaro il ruolo di questa strana configurazione a spirale, mai precedentemente osservata, ma si ipotizza che possa prevenire la deformazione dei microtubuli, concentrandone invece la forza generata dalle proteine per migliorare il movimento nella direzione desiderata.

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