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La storia della prostituzione
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La storia della prostituzione
Il 20 settembre 1958 segna la chiusura di oltre 560 case di tolleranza in Italia, sollevando interrogativi sulla nascita e l'evoluzione della prostituzione lungo il corso della storia.

Da etèra a meretrix, da cortigiana a fille galante, da mantenuta a lucciola, da bella di giorno a puttana... e l'elenco potrebbe protrarsi fino alle escort e alle sex workers dei giorni nostri. È comunque quello che, con un eufemismo e una maschile presunzione, definiamo il più antico mestiere del mondo.

Ma lo è davvero? In realtà no, poiché il concetto di prostituzione implica un contesto di relazioni economiche e culturali estraneo all'uomo primitivo.

Osservando le nostre cugine scimmie, tuttavia, potremmo supporre che la prostituzione abbia in un certo senso basi biologiche. Tra gli scimpanzé pigmei dell'Africa Centrale, ad esempio, le femmine si concedono ai maschi in cambio di frutti e altre leccornie. Per quale motivo? Essendo incaricate del mantenimento dei cuccioli per molti anni, la natura impone loro di selezionare maschi che "pagano", ovvero aiutano a prendersi cura dei piccoli. I doni finiscono per diventare desiderati anche in assenza di cuccioli da mantenere.

Caccia all'uomo
La prostituzione umana ha radici differenti. Nell'era preistorica, la struttura familiare era probabilmente a termine (con il passaggio dei figli sotto il controllo tribale a 6-7 anni), e secondo gli antropologi, anche la donna era coinvolta attivamente nella sfera sessuale, agendo quasi come una "cacciatrice".

Solo con lo sviluppo dell'agricoltura e il passaggio da uno stile di vita nomade a uno stanziale, avvenuto circa 10 mila anni fa, si assistette alla formazione della coppia stabile, accompagnata dalla divisione di ruoli tra sessualità maschile e femminile. Allo stesso tempo, si verificò una divergenza nel destino sociale delle donne.

La ragione principale fu di natura economica: per garantire la trasmissione della proprietà privata ai figli maschi (un concetto nato con l'agricoltura), la paternità doveva essere certa. Di conseguenza, si rese necessario disciplinare la sessualità delle "mogli", limitandone le interazioni sociali al di fuori del nucleo familiare. È in questo contesto che emersero le prime forme di prostituzione femminile, concepite per soddisfare le esigenze sessuali dei maschi non accoppiati e gestire gli "esuberi" di sessualità di quelli già accoppiati. Queste forme, da un lato, non minacciavano l'integrità della famiglia e, dall'altro, consentivano la sopravvivenza di molte donne sole.

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