Le conseguenze di un atto di violenza sessuale sono molteplici e si riflettono su vari aspetti della vita individuale: sociale, emotivo, professionale e familiare. Il trauma derivante da un'aggressione di natura sessuale provoca alterazioni sia fisiche che psicologiche, portando a una disgregazione patologica della personalità della persona colpita. Pur lasciando ad altre fonti la trattazione delle implicazioni bio-psico-sociali dell'esperienza di abuso sessuale, il presente articolo si concentra su un aspetto altrettanto significativo, spesso trascurato rispetto ad altri ambiti: la sfera sessuale.

Dopo un'esperienza traumatica come un abuso o uno stupro, molti individui devono impegnarsi nel "ri-apprendere" il piacere in un contesto relazionale, nonostante il desiderio di farlo spontaneamente come in passato. Domande come "Il sesso potrà mai tornare a essere piacevole? Sarà mai di nuovo emozionante?" affiorano inevitabilmente. Di seguito, la testimonianza di una giovane donna che ha vissuto un'aggressione sessuale:

"Alla fine del mio percorso universitario, l'uomo con cui mi frequentavo mi ha violentata. Ho impiegato quasi un anno di terapia per elaborarlo. Tutto era così confuso in quel momento, comprese le mie sensazioni corporee e le mie emozioni: desideravo ancora avere rapporti sessuali dopo quell'evento, ma ero troppo spaventata persino dall'idea di essere toccata, figuriamoci dal fare sesso. Ero confusa. Il mio terapeuta mi ha consigliato libri di auto-aiuto, ma non ho trovato nulla di utile riguardo a come riscoprire il piacere sessuale dopo l'abuso. Ho provato a leggere alcuni blog sul sesso che solitamente mi piacevano, ma improvvisamente sembravano superficiali; ho provato a guardare del materiale pornografico, ma non riuscivo a farlo senza piangere. Continuavo a fantasticare sul sesso ma non sapevo se sarei stata in grado di farlo di nuovo. Poi, una notte, è successo, l'ho fatto. È stata una serata di sesso divertente, inaspettato e strano con me stessa. Ho sentito di essere sulla strada giusta."

L'utilizzo terapeutico della masturbazione è stato riconosciuto dagli anni '70 e molti professionisti lo considerano il primo passo fondamentale nel percorso di guarigione. Tuttavia, ci sono altri aspetti da considerare prima di poter riassaporare appieno il piacere. L'eccitazione sessuale può portare alla mente ricordi vividi del trauma. La permanenza di questa ferita nel corpo è in parte legata all'associazione tra risposta sessuale e condizione psicologica. Durante un abuso, il corpo può reagire con segnali di eccitazione, che non devono essere confusi con consenso. Purtroppo, questa associazione può essere difficile da spezzare nella mente della vittima.

All'interno del percorso terapeutico, una volta che la persona inizia a sentirsi più a suo agio con il proprio corpo, alcuni terapeuti sessuali possono incoraggiare l'esplorazione tattile. Talvolta, l'uso di un vibratore può essere di aiuto. Inoltre, oggetti non erotici come frutta, spezie, tessuti morbidi o anche seta possono aiutare le persone a riacquistare fiducia nel contatto fisico.

Durante la Design Week tenutasi nei Paesi Bassi, sono stati presentati dispositivi terapeutici progettati per agevolare il recupero di una sessualità non influenzata da traumi: un specchio ergonomico dotato di illuminazione, una spazzola a setole naturali e un dispositivo per il biofeedback. Ognuno di questi strumenti è stato concepito per consentire agli utenti di ristabilire gradualmente e in modo sereno il contatto con il proprio corpo, offrendo opportunità di esplorazione sessuale e sensuale, sia da soli che in coppia.
Affrontare un trauma può essere estremamente difficile, ma l'utilizzo di tali strumenti terapeutici può aprire varie strade verso la guarigione. In determinati casi e con specifici pazienti, l'auto-soddisfazione può fungere da ponte per recuperare la capacità di provare piacere in un contesto relazionale.