Affrontare la
sessualità delle persone con disabilità, così come quella delle persone malate, è un tema relativamente recente. Ci sono ancora molti progressi da compiere.
Sesso e disabilità: lesioni del midollo spinaleIn Italia sono vivono 80.000 mielolesi (negli Stati Uniti, il numero supera i 300.000, con 10.000 nuovi casi ogni anno).
La prima domanda di chi subisce un incidente alla colonna, dopo essersi resi conto della sua drammatica condizione, è se potrà fare l'
amore. Nessuno riesce a fornire una risposta certa.
Prima di sei mesi dall'incidente, è praticamente impossibile formulare una prognosi.
Erezioni psicogene e riflesseLe erezioni, così come le lubrificazioni femminili, possono essere psicogene o riflesse.
Erezioni psicogene e riflesse: differenze fondamentaliLe erezioni psicogene, come suggerisce il termine, sono originate dalla mente, dai pensieri e dalle
fantasie, creando una connessione diretta tra il cervello e i genitali. Il meccanismo di queste erezioni è attivato a livello dell’undicesima vertebra toracica. Un trauma vertebrale al di sopra di questo punto impedisce la trasmissione dei segnali elettrici, rendendo impossibile l’
erezione psicogena. Al contrario, se la lesione è al di sotto, l’
erezione può manifestarsi. Le erezioni riflesse, o meccaniche, invece, sono attivate da stimoli tattili, come carezze e sensazioni sul
pene.
Nel caso in cui, l'arco riflesso — un sistema di trasmissione che parte dai genitali, arriva alla colonna vertebrale e ritorna — è integro, si riesce a ottenere e mantenere erezioni riflesse. Aiutandosi con la "pillola blu", da assumere quando desidera rispondere in modo ottimale. Se la lesione fosse stata leggermente più in alto, o , quando sono risparmiate le fibre simpatiche toraco-lombari, l'unica opzione per ottenere un'
erezione sarebbe quella di una iniezione diretta di farmaci vasoattivi, come la prostaglandina, nei corpi cavernosi.
La medicina e la sessualità delle persone con disabilitàRiteniamo tutti che esprimere affetto e
sessualità sia un diritto fondamentale. Tuttavia, la realtà è spesso diversa. Ci sono individui che trascorrono la vita in attesa del "principe azzurro" o della "fata turchina" che non arriveranno mai, rimanendo soli. Altri sono semplicemente sfortunati nella ricerca dell'anima gemella. L’
amore è una questione di chimica e casualità, motivo per cui Cupido è raffigurato come un piccolo arciere bendato.
Ci sono anche persone, come chi subisce danni alla colonna, per le quali la
sessualità è ostacolata da condizioni fisiche o psichiche. In questo contesto, la medicina ha la responsabilità di intervenire. Affrontare la
sessualità delle persone con disabilità, così come quella di chi è malato, è un obiettivo recente. Fino a poco tempo fa, questo aspetto veniva spesso trascurato, anche perché si tratta di un tema complesso e delicato, con barriere fisiche, psichiche e culturali. Ma la vera domanda è: quale di questi ostacoli è il più gravoso sulla strada per una
salute sessuale completa?
Sesso e disabilità: malattie oncologiche e traumiTra gli ostacoli fisici, ci sono molteplici problemi. Le malattie oncologiche, ad esempio, possono rendere la
sessualità difficile a causa del tumore stesso o delle terapie, si
ano esse radiologiche o chirurgiche. I traumi cranici, se alter
ano la comunicazione tra ipotalamo e ipofisi, possono impedire ai
testicoli di ricevere i segnali ormonali necessari per la produzione di
testosterone. Questi sono handicap relativamente benigni, poiché un endocrinologo può intervenire facilmente con terapie ormonali sostitutive.
Sesso e disabilità: problemi psichiatriciSebbene sia accettato, in certa misura, che un giovane in sedia a rotelle possa mantenere il
desiderio sessuale, siamo meno tolleranti quando si tratta del secondo ostacolo: quello che affront
ano le persone con disturbi psichiatrici o disabilità psichiche.
Sesso e disabilità: riflessioni sulle cure psichiatricheUn esempio emblematico della connessione tra
sessualità e psichiatria si trova nel celebre film Qualcuno volò sul nido del Cuculo. Molti farmaci antipsicotici di prima generazione tendono a provocare un’intensa diminuzione della libido, poiché riducono significativamente il neurotrasmettitore associato al
desiderio sessuale, la dopamina.
Fortunatamente, gli psichiatri stanno progressivamente riconoscendo l’importanza di rispettare la
sessualità dei loro pazienti, evitando di sopprimerla per controllare meglio i loro impulsi. Oggi, si tende a prescrivere sempre più frequentemente farmaci che stabilizz
ano la dopamina anziché abbatterla. Tra questi, l’aripiprazolo si distingue per la sua capacità di preservare l’aspetto sessuale nei pazienti affetti da schizofrenia. Questo antipsicotico di seconda generazione è anche un efficace stabilizzatore dell’umore. Tuttavia, esistono ancora professionisti della
salute mentale con una formazione più tradizionale, timorosi che una persona schizofrenica possa manifestare comportamenti sessuali inappropriati. In realtà, se seguiti con le giuste strategie terapeutiche, la maggior parte di questi pazienti può gestire la propria
sessualità in modo s
ano.
Sesso e disabilità: I ritardi mentaliIl vero problema si presenta nei casi di ritardi mentali, come nel caso della sindrome di Down o in situazioni di autismo, che comport
ano difficoltà cognitive più marcate. Seppur le coppie con membri affetti da Down sti
ano diventando sempre più comuni e accettate, rimane un ampio margine di miglioramento per affrontare le esigenze sessuali di molte altre persone con disabilità. Le risposte attuali sono limitate e inadeguate. I portatori di handicap ricevono piccole pensioni, sono esenti da ticket per le prestazioni sanitarie e i farmaci, e spesso sono inseriti in scuole pubbliche con strutture di supporto che vari
ano enormemente, da personale altamente qualificato a educatori poco motivati e professionali, per i quali l’insegnamento di sostegno rappresenta una scorciatoia per entrare nel sistema scolastico.
L'assistente sessuale: un ruolo necessarioUn moralismo rigido ha finora ostacolato in Italia, contrariamente a paesi come Danimarca, Svizzera, Olanda e Germania, lo sviluppo della figura dell’assistente sessuale, ovvero un professionista che si occupa dell’emotività, dell’affettività e della
sessualità delle persone con disabilità. In Italia, questi operatori non solo non sono ufficialmente riconosciuti, ma sono spesso erroneamente associati alla
prostituzione. Una volta formati, gli assistenti sessuali non si limit
ano a colmare la mancanza di alternative sessuali per le persone con disabilità fisiche o mentali, ma possono anche facilitare esperienze corporee e, in alcuni casi, rapporti sessuali veri e propri. Questi professionisti aiut
ano i diversamente abili a sviluppare l’autostima e a esplorare la propria corporeità, educandoli al valore della fisicità e della
sessualità, e affrontando temi di responsabilità emotiva e relazionale.
L’assistente sessuale tratta argomenti delicati che un familiare non dovrebbe affrontare con un parente con disabilità. Purtroppo, non è raro che un genitore si trovi nella difficile posizione di dover rispondere alle esigenze sessuali del proprio figlio. Queste sono storie di
amore e sofferenza che tocc
ano profondamente i genitori di persone con disabilità.
Queste considerazioni dovrebbero portare a una diminuzione dei toni polemici nel dibattito, poiché le organizzazioni fondamentaliste e tradizionaliste si oppongono all'istituzione dell’assistente sessuale utilizzando argomentazioni deboli e poco rispettose. È fondamentale riconoscere l'estrema sensibilità di tali situazioni, in cui non esistono soluzioni semplici. A meno che non si scelga di ignorare il problema e di vedere (o costringere a essere) le persone con disabilità come asessuate.
La lotta per i dirittiIl maggior ostacolo alla
salute sessuale delle persone con disabilità è la nostra cultura, che si basa su stereotipi pubblicitari e modelli hollywoodiani secondo cui solo i “perfetti” possono avere
relazioni affettive. Questo non è vero e non deve mai diventare la norma.