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#scopare
Perché si utilizza il termine 'Scopare'?
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Perché si utilizza il termine 'Scopare'?
Esistono numerosi verbi, più o meno coloriti, per indicare l'atto sessuale: trombare, copulare, fornicare, ma il più comune rimane "scopare".

L'uso metaforico di questo verbo in un contesto osceno è collegato all'impiego di termini associati a aperture e angoli per descrivere l'organo sessuale femminile (come buco, pertugio, fenditura, ecc.): il pene-scopa diventa lo strumento che pulisce il foro o l'angolo della donna. Tale analogia è enfatizzata dal ritmo del movimento.

Origini arcaiche
Già alcuni scrittori greci (Saffo, Anacreonte) facevano uso di un termine corrispondente in senso ambiguo.

Ciò che risulta curioso è la straordinaria popolarità del termine "scopare" rispetto ad altre espressioni simili, come spazzare, nettare, ripulire, e così via: l'uso osceno di queste parole è documentato (così come quello di "scopare") nei canti carnevaleschi toscani del XV e XVI secolo.

Non esiste una spiegazione definitiva: possiamo solo notare che la fortuna di questo verbo è relativamente recente e potrebbe essere legata all'ambito romanesco.

Il termine "scopare" nei Sonetti
Il primo a utilizzarlo in modo ricorrente pare essere stato il poeta dialettale romano Giuseppe Gioacchino Belli (1791-1863), che scrisse nei suoi Sonetti: "De tante donne che mme sò scopato...".

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