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Parto in acqua: i benefici per mamma e neonato
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Parto in acqua: i benefici per mamma e neonato
Scopriamo insieme quali sono i vantaggi del parto in acqua per la madre.

L’acqua offre un effetto rilassante sui muscoli e agisce come un antidolorifico naturale: il calore dell'acqua attenua il dolore e favorisce la produzione di endorfine, gli ormoni del benessere. Ciò permette un parto più tranquillo e riduce la necessità di analgesici o dell'anestesia epidurale. Accelera i tempi del travaglio, favorendo una dilatazione più rapida. La sensazione di leggerezza e l'assenza di gravità permettono alla donna maggiore libertà di movimento, risparmiando energia e rendendo il parto meno faticoso. L'acqua ammorbidisce i tessuti materni, riducendo il rischio di lacerazioni perineali. Il galleggiamento sostiene il corpo della donna, alleviando il peso sulla zona lombare e diminuendo la pressione addominale sulla vena cava e sull'aorta, migliorando la circolazione tra placenta e feto.
Anche per il neonato il parto in acqua offre dei vantaggi significativi.

Il trauma della nascita è ridotto poiché il passaggio dall’ambiente uterino a quello esterno è più graduale. L’acqua calda aiuta a mantenere costante la temperatura corporea del neonato, evitando sbalzi termici al momento del parto. I primi respiri del bambino sono facilitati dall'ambiente umido all'interno della vasca. Gli scambi di ossigeno tra feto e placenta sono migliorati.

Chi può scegliere il parto in acqua?
I criteri per accedere al parto in acqua variano a seconda della struttura, ma generalmente questa opzione è considerata quando:

Il parto in acqua non è raccomandato in queste situazioni:

Come avviene il parto in acqua?
Le tempistiche del parto in acqua dipendono dalla decisione dell’équipe medica, ma solitamente la madre entra in vasca durante la fase attiva del travaglio. In questa fase, la donna ha contrazioni regolari, il collo dell'utero è completamente appianato e la dilatazione è di almeno 3-5 centimetri. Se l'accesso alla vasca avviene troppo presto, la stanchezza potrebbe impedire di completare il parto in acqua.

Una volta in vasca, la gestante è libera di scegliere la posizione che ritiene più comoda e di entrare o uscire dall'acqua a suo piacimento, con l'assistenza del partner, se desiderato.

Durante il parto in acqua, il battito cardiaco del feto viene continuamente rilevato e monitorato grazie a un'apposita strumentazione impermeabile, progettata per non ostacolare i movimenti della madre.

Capienza della vasca e temperatura dell'acqua
La vasca destinata al parto in acqua deve essere adeguatamente progettata per consentire alla partoriente di muoversi liberamente, assumendo qualsiasi posizione ritenga più comoda. La vasca dovrebbe contenere un livello d'acqua compreso tra i 60 e gli 80 centimetri, permettendo alla donna di immergere comodamente il proprio corpo. La temperatura dell'acqua deve essere mantenuta calda, ma non superiore ai 36-37 gradi Celsius.

Durante il parto in acqua, come in quello tradizionale, potrebbe verificarsi l'espulsione di urina, feci o sangue. Questo è un fenomeno completamente normale di cui la futura madre dovrebbe essere consapevole. Tuttavia, anche in acqua, le operazioni igieniche necessarie sono gestibili dal personale sanitario presente in sala, consentendo al travaglio di proseguire serenamente. Dopo ogni utilizzo, la vasca viene accuratamente svuotata e sanificata.

Il rischio di annegamento per il neonato
Molti non sanno che il neonato, al momento del parto, possiede un riflesso naturale chiamato "riflesso di immersione" o "diving reflex". Questo riflesso si attiva quando l'acqua tocca i recettori della pelle del viso, inducendo una breve apnea con chiusura della laringe. In questo modo, il bambino non rischia di "ingoiare" acqua né di annegare. La respirazione si normalizza automaticamente una volta che il neonato viene a contatto con l'aria al di fuori dell'acqua.

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