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Iniziare l'attività sessuale in giovane età aumenta il rischio di depressione
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Iniziare l'attività sessuale in giovane età aumenta il rischio di depressione
Un recente studio ha identificato un legame causale tra iniziare l'attività sessuale in giovane età e la suscettibilità alla depressione maggiore (DDM). Gli esperti hanno esaminato attentamente due variabili legate all'attività sessuale: l'inizio precoce dei rapporti sessuali e il numero di partner sessuali.

I risultati hanno mostrato un'impronta causale dell'inizio precoce dei rapporti sessuali sulla DDM, suggerendo che posticipare l'età del primo rapporto possa fungere da fattore protettivo contro lo sviluppo della depressione. Queste scoperte arricchiscono la nostra comprensione della potenziale relazione tra comportamenti sessuali prematuri e DDM.

Ricerche precedenti hanno proposto una connessione tra l'inizio precoce dei rapporti sessuali, la DDM e altri disturbi psicologici. L'attività sessuale tra i 12 e i 14 anni, con più di un partner, è stata associata a un aumento del rischio di disturbi mentali successivi. Tuttavia, la natura causale di questa correlazione rimane sfuggente. Potrebbe essere che coloro predisposti ai disturbi mentali siano inclini a un'attività sessuale precoce; oppure che l'attività stessa possa predisporre a vulnerabilità ai disturbi mentali; oppure ancora potrebbero esserci altri fattori sconosciuti che influenzano entrambi.

Guidare studi di coorte su vasta scala può essere oneroso e richiedere molto tempo. Attualmente non è chiaro se i comportamenti sessuali a rischio causino la DDM o se ne siano una conseguenza. Di conseguenza, sono necessari approcci alternativi per approfondire la comprensione della causalità prima di intraprendere costosi studi.

Per il loro studio innovativo, Zhe Lu e il suo team hanno sfruttato database disponibili pubblicamente concentrandosi esclusivamente sui dati della popolazione europea per garantire coerenza. I predittori genetici relativi ai comportamenti sessuali e alla DDM sono stati estratti da tali database.

Inoltre, sono stati acquisiti anche predittori genetici relativi a cinque comportamenti a rischio (autolesionismo, tentativi di suicidio, abuso di sostanze psicoattive, consumo di alcol e tabacco). Il campione per l'analisi dell'età del primo rapporto sessuale comprendeva 406.457 individui, mentre per l'analisi del numero di partner sessuali durante la vita erano presenti 378.882 partecipanti.

I ricercatori hanno adottato la randomizzazione mendeliana, una tecnica utilizzata nell'epidemiologia per indagare le relazioni causali tra un'esposizione e un risultato, sfruttando varianti genetiche come strumenti. Questo approccio ha utilizzato varianti genetiche provenienti da studi di associazione sull'intero genoma come strumenti per rivelare associazioni causali tra esposizione ed esito.

L'analisi dei dati ha confermato un effetto causale significativo del comportamento sessuale sulla DDM. L'inizio precoce dei rapporti sessuali e il numero elevato di partner sessuali hanno aumentato il rischio di depressione maggiore, con risultati robusti confermati attraverso diverse tecniche analitiche. L'analisi condotta ha rivelato che ogni anno aggiuntivo di ritardo nell'età del primo rapporto sessuale è correlato a una diminuzione del 6% del rischio di sviluppare un disturbo depressivo maggiore.

Questo studio ha vantaggi significativi, inclusi l'utilizzo di dati genetici su vasta scala e una valutazione accurata dei potenziali fattori che potrebbero influenzare i risultati. Tuttavia, vi sono diverse limitazioni da considerare. In primis, la ricerca si è concentrata esclusivamente sulla popolazione europea, limitando la sua generalizzabilità ad altre comunità. In secondo luogo, l'analisi genetica si basa sull'assunzione che le varianti genetiche siano strumentalmente valide, il che potrebbe non essere sempre il caso.

Inoltre, il metodo di raccolta dati si basa su autovalutazioni per quanto riguarda i comportamenti sessuali e i disturbi depressivi maggiori, il che apre la possibilità di distorsioni nella memoria e errori di misurazione. Infine, non sono stati considerati alcuni potenziali fattori confondenti, come lo status socioeconomico, l'esperienza di traumi infantili o altre condizioni di salute mentale che potrebbero influenzare la relazione tra comportamenti sessuali e disturbi depressivi maggiori.

Nonostante queste restrizioni, lo studio contribuisce alla comprensione della relazione tra comportamenti sessuali e salute mentale. L'identificazione di un legame causale tra precoci rapporti sessuali e disturbi depressivi maggiori suggerisce che promuovere il ritardo del primo rapporto sessuale potrebbe avere benefici nel prevenire o ridurre il rischio di tali disturbi.

Questo studio mette in luce l'importanza di affrontare la depressione tra gli adolescenti attivi sessualmente e suggerisce che comportamenti a rischio potrebbero mediare questa relazione. I risultati hanno implicazioni significative per la prevenzione e la gestione dei disturbi depressivi maggiori.

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