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Cos'è lo squirting?
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Cos'è lo squirting?
L'emissione di liquidi dai genitali durante l'attività sessuale o la masturbazione è stata osservata fin dall'antichità: infatti, già ai tempi di Ippocrate e Aristotele si faceva riferimento a un "liquido seminale" femminile. Nel XVII secolo, l'anatomista olandese De Graff descrisse questo "sperma" come un fluido associato alle zone erogene vaginali. Tuttavia, ancora oggi l'eiaculazione femminile rimane avvolta da più domande che risposte.

Lo squirting si verifica quando l'uretra di una donna espelle, con una certa forza, liquido durante l'attività sessuale. Tale fenomeno può verificarsi anche in assenza di un orgasmo. Gli studiosi non hanno ancora compreso appieno la natura dell'eiaculazione femminile e la ricerca su di essa è ancora piuttosto limitata. Inoltre, l'eiaculazione femminile sia considerata del tutto normale, rimane una questione dibattuta tra i ricercatori sul numero reale di persone che la sperimentano.

Ma lo squirting è urina?
Esistono due tipi differenti di eiaculato femminile: uno più fluido, generalmente inodore e incolore, che viene prodotto in grandi quantità, e un altro più simile al seme maschile, lattiginoso e solitamente presente in quantità minori.

Lo studio dell'eiaculato ha rivelato la presenza di tracce molto diluite di sostanze presenti anche nell'urina, nonché dell'enzima acido fosfatasi prostatica (PSA). Il PSA è un enzima presente nel seme maschile che facilita la motilità degli spermatozoi. Inoltre, l'eiaculato femminile contiene solitamente fruttosio, anch'esso presente nel seme maschile, dove funge da fonte di energia per gli spermatozoi. Gli esperti ritengono che il PSA e il fruttosio presenti nel fluido provengano dalle ghiandole di Skene, localizzate nella parete anteriore della vagina, nella regione del punto G.

Si ritiene che durante la stimolazione, queste ghiandole producano PSA e fruttosio, che poi vengono trasportati nell'uretra. Per anni, gli scienziati hanno pensato che le donne che eiaculavano durante il sesso soffrissero in realtà di incontinenza. Tuttavia, la ricerca ha smentito questa ipotesi, confermando l'esistenza dello squirting.

Uno studio condotto nel 2014 ha scoperto che il fluido si accumula nella vescica durante l'eccitazione e viene rilasciato attraverso l'uretra durante l'eiaculazione. Sette donne che hanno riferito di sperimentare l'eiaculazione femminile durante il sesso hanno partecipato allo studio. Inizialmente, i ricercatori hanno utilizzato esami ecografici per confermare che le vesciche delle partecipanti fossero vuote. Le donne sono state poi stimolate fino all'eiaculazione, mentre i ricercatori continuavano a monitorare attraverso gli ultrasuoni. Lo studio ha dimostrato che tutte le donne hanno iniziato con una vescica vuota, che si è riempita durante l'eccitazione. Le scansioni post-eiaculazione hanno mostrato che le vesciche delle partecipanti erano nuovamente vuote.

Tutte le donne possono sperimentare lo squirting?
Le stime variano e suggeriscono che tra il 10% e il 50% delle donne possa sperimentare lo squirting durante l'attività sessuale.

Alcuni studiosi suggeriscono che tutte le donne potrebbero sperimentare l'eiaculazione, ma molte potrebbero non accorgersene. Questo potrebbe accadere poiché il liquido può restare nella vescica invece di essere espulso esternamente, o perché la quantità di liquido emesso è minima.

In uno studio precedente che ha coinvolto 233 donne, il 14% ha affermato di aver squirtato in tutti o nella gran parte dei rapporti sessuali, mentre il 54% ha dichiarato di averlo sperimentato almeno una volta. Quando gli studiosi hanno confrontato campioni di urina prima e dopo l'orgasmo, hanno riscontrato una maggiore presenza di PSA nel secondo caso. Hanno concluso che tutte le donne producono il liquido dell'eiaculazione, ma talvolta questo può restare nella vescica e essere espulso durante la minzione.

È noto che l'esperienza dell'eiaculazione femminile varia notevolmente da individuo a individuo.

Storicamente, lo psicologo Havelock Ellis riteneva che lo squirting derivasse dalla produzione di liquido nelle ghiandole del Bartolini, generando un'eiaculazione simile a quella maschile. Nel 1952, il ginecologo tedesco Ernest Gräfenberg scoprì una zona erogena sulla parete anteriore della vagina, seguendo l'uretra. Osservando donne che raggiungevano l'orgasmo, notò alcune di esse espellere fluidi durante l'orgasmo attraverso l'uretra, sostenendo che questo non aveva uno scopo lubrificante per la vagina. Secondo Gräfenberg, il fluido era analizzato e non aveva caratteristiche urinarie, credendo che non fosse urina ma secrezioni delle ghiandole intrauretrali. Le sue osservazioni hanno contribuito a una migliore comprensione dell'anatomia funzionale degli organi sessuali femminili.

Nel 1982, Addiego e colleghi sono stati i primi a studiare l'eiaculato femminile, trovando significative differenze chimiche tra urina ed eiaculato. Studi successivi hanno confermato che i componenti dell'eiaculato femminile erano simili a quelli maschili. Ricerche più recenti hanno indicato che i dotti parauretrali descritti da Skene sono in realtà la prostata femminile, come detto da de Graaf.

Nel corso degli ultimi tre decenni, sono stati condotti approfondimenti significativi sulla così detta "glandola di Skene" che hanno offerto importanti contributi in termini anatomici, istopatologici e funzionali. Gli studiosi hanno evidenziato le disparità tra la ghiandola prostatica maschile e quella femminile, la quale è stata descritta come notevolmente più piccola rispetto alla controparte maschile. Le evidenze scientifiche suggeriscono che la prostata femminile presenti similitudini con quella maschile.

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