Spesso, quando si discute di violenza sessuale, si presume che tali comportamenti si
ano stati appresi. La
pornografia è spesso indicata come possibile causa di atteggiamenti misogini e comportamenti offensivi, poiché rappresenta spesso l'oggettivazione e talvolta l'aggressione. Tuttavia, molte ricerche sembr
ano contraddire questa convinzione. Meta-analisi hanno riscontrato poche prove di una relazione diretta tra il consumo di
pornografia e la commissione di reati sessuali, suggerendo la necessità di rivalutare tali ipotesi.
Un recente studio ha esaminato il ruolo dei copioni sessuali appresi attraverso la
pornografia nei reati sessuali. Secondo la principale autrice dello studio è fondamentale ascoltare le persone condannate per reati sessuali per comprendere meglio le loro motivazioni e prevenire futuri crimini.
La coautrice dello studio ha evidenziato le implicazioni potenziali della ricerca sui consumatori di
pornografia condannati per reati sessuali. Molti si interrog
ano sul ruolo della
pornografia nei comportamenti sessualmente offensivi, ma è importante esaminare attentamente queste ipotesi e basarsi su prove concrete. L'indagine diretta con gli autori di reati sessuali può fornire informazioni preziose sul ruolo della
pornografia nel loro sviluppo sessuale.
Indagine sui copioni pornografici nei reati sessualiGli studiosi hanno inter
vistato 101 uomini condannati per reati sessuali durante la detenzione. Le interviste, che sono state condotte fino a 45 minuti, hanno esplorato varie questioni legate alla
pornografia, tra cui l'
età alla prima esposizione al materiale erotico, i tipi di contenuti consumati, la frequenza di consumo prima dei reati e l'impatto della
pornografia sulle loro
relazioni e
fantasie sessuali.
I dati ottenuti dalle interviste sono stati esaminati attraverso un processo noto come analisi tematica, il quale, secondo gli autori, permette di esplorare le diverse prospettive e esperienze dei partecipanti al sondaggio ed è fondamentalmente utile nel riassumere e organizzare i concetti chiave presenti in grandi quantità di dati. Tra i vari temi identificati nel set di dati, c'era:
- "Esperienza con il porno": questo tema includeva concetti relativi all'uso della pornografia come mezzo di istruzione sessuale e alla volontà di alcuni uomini di cercare di replicare ciò che avevano visto, creando così i propri contenuti erotici con le loro partner.
- "Rifacimento del sesso": questo tema comprendeva concetti relativi agli impatti dell'interazione con la pornografia sulle aspettative e le inclinazioni sessuali.
Solo un minor numero dei partecipanti ha utilizzato la
pornografia come mezzo per cercare vittime o per attirare soggetti verso cui hanno compiuto atti sessualmente violenti. In modo simile, solo circa la m
età ha ritenuto che l'esposizione alla
pornografia potesse condizionare le loro decisioni al momento della liberazione o aumentare la probabilità di recidiva in futuro.
Quali sono le implicazioni di questo studio?Nonostante alcune considerazioni legate alla natura auto-dichiarata delle testimonianze dei partecipanti, la studiosa enfatizza la diffusione dell'utilizzo della
pornografia e il fatto che, per molti, sia divenuta parte integrante della loro
sessualità. Ha affermato che per molte persone sia difficile affrontare il tema della
pornografia, ma essa si è ormai diffusa ovunque e queste conversazioni sono essenziali per comprendere sia i comportamenti sessuali sani e 'normali', sia la criminalità sessuale. La normalizzazione di queste argomenti è un aspetto chiave per comprendere e prevenire i crimini sessuali.
Guardando al futuro, la dottoressa si è dimostrata pragmatica riguardo alla necessità di valutare attentamente la validità di restrizioni generalizzate sull'accesso alla
pornografia per coloro che hanno precedenti per reati sessuali. Esaminando questa eventualità, ha affermato che non costituiscono un gruppo omogeneo. Hanno
relazioni diverse con la
pornografia e per alcuni non è correlata ai loro comportamenti criminosi. Questo ha implicazioni chiare per le politiche: l'accesso alla
pornografia dopo il rilascio o sotto sorveglianza dovrebbe essere valutato in base ai rischi individuali. Restrizioni generalizzate sull'accesso alla
pornografia sarebbero difficili da applicare e potrebbero rappresentare uno spreco delle limitate risorse destinate al trattamento e alla supervisione.
I risultati di questo studio evidenzi
ano che:
- gli uomini intervistati comprendono l'eventuale influenza della pornografia sul loro comportamento al momento della liberazione;
- la maggior parte di essi non usa la pornografia per attirare o cercare le vittime.
Il punto chiave è che, sebbene l'interazione con la
pornografia possa avere effetti comportamentali, non rappresenta l'unico fattore rilevante. Come in tutti gli studi qualitativi, le conclusioni non possono essere estese a tutti gli uomini detenuti per reati sessuali. Rimane da capire se l'uso della
pornografia sia correlato alla ricaduta.