Se sei immerso nell'ambiente universitario, è probabile che tu abbia assistito o sentito parlare di donne eterosessuali che si baci
ano tra di loro durante feste o serate nei locali. Si stima che tra il 20% e il 33% delle studentesse universitarie eterosessuali abbia sperimentato questo tipo di esperienza. Ci sono vari fattori che possono influenzare questo comportamento. Un nuovo studio si è concentrato su queste dinamiche, cercando di comprendere meglio le motivazioni e i modelli di comportamento delle donne eterosessuali che si coinvolgono in baci con altre donne durante eventi sociali.
Siccome questo comportamento è comune durante un periodo cruciale di sviluppo psicologico, sociale e sessuale delle donne, è importante capire il perché e il come di questo fenomeno per le giovani donne.
Lo studio ha coinvolto 282 donne universitarie eterosessuali, principalmente di razza bianca e principalmente matricole. Le partecipanti hanno compilato questionari online che riguardav
ano dati demografici, identità, atteggiamenti e hanno risposto a domande riguardanti la loro partecipazione a comportamenti di "Same-s
ex performativity" (SSP), come baciare, palpeggiare o comportamenti simili, in contesti pubblici come feste o locali.
I risultati hanno rivelato che le donne coinvolte in SSP potev
ano essere suddivise in tre gruppi in base alle motivazioni: motivate sessualmente, motivate dagli altri e motivate in modo ambiguo. Le donne sessualmente motivate er
ano spinte dal
desiderio sessuale, dalla
curiosità e dall'attrazione per le donne, nonostante si identificassero come eterosessuali, rappresentando circa il 13% del campione.
Le donne motivate dagli altri si coinvolgev
ano in SSP per impressionare gli altri, attirare l'attenzione maschile o sotto pressione sociale, e tendev
ano ad essere affiliate a confraternite, rappresentando circa il 33% del campione.
Le donne motivate in modo ambiguo mostrav
ano meno motivazione e considerav
ano le loro esperienze meno positive, spinte principalmente dall'alcol e dal divertimento. Questo gruppo costituiva la maggior parte del campione, circa il 54%.
Questo studio ha contribuito a una migliore comprensione della SSP tra le donne universitarie, anche se presenta alcune limitazioni, come il fatto che le informazioni riguardanti la SSP er
ano basate su autovalutazioni, rendendo i dati potenzialmente soggetti a pregiudizi.
Inoltre, interrogativi più specifici riguardanti il loro coinvolgimento in tali comportamenti sarebbero stati utili, ad esempio chiedendo quando si sono verificati o con quale frequenza hanno partecipato a tali comportamenti.
Secondo i ricercatori, i risultati evidenzi
ano la complessità che caratterizza le donne coinvolte nella performatività con individui dello stesso
sesso. Le scoperte recenti, integrate agli approcci passati che si concentrav
ano su questa variabile, analizz
ano il coinvolgimento individuale, dimostrando come le motivazioni si pales
ano in diversi gruppi e quanto questi raggruppamenti si
ano rilevanti per i risultati.
Soprattutto, le donne focalizzate sul
desiderio omosessuale e sull'esplorazione della propria
sessualità sembrav
ano inclini a valutare positivamente le loro esperienze, suggerendo che la performatività omosessuale potrebbe rappresentare un'esperienza benefica e un modo sicuro per esplorare la
sessualità per alcune donne. Tuttavia, per comprendere appieno le possibili implicazioni positive e negative di questo fenomeno, la ricerca futura dovrebbe adottare metodi complementari per esaminare in modo più completo gli esiti individuali e relazionali in base ai differenti profili motivazionali delle donne.