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Oltre gli stereotipi: la ricca varietà delle relazioni omosessuali
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Oltre gli stereotipi: la ricca varietà delle relazioni omosessuali
Oggi, gli studiosi continuano a dibattere sulla questione se l'omosessualità sia innata o acquisita. Le peculiarità dell'amore omosessuale richiedono un approccio privo di discriminazioni e stereotipi convenzionali.

Il concetto latino "De gustibus non est disputandum" suggerisce che sui gusti non si discute, ma le conversazioni sull'orientamento sessuale, ossia l'attrazione per individui del proprio o dell'altro sesso, sono ancora molto frequenti. La scienza stessa è coinvolta in questo dibattito da oltre un secolo, chiamata a rispondere alla domanda cruciale: essere gay è una caratteristica innata o un risultato di fattori ambientali? Nonostante numerosi studi nel corso degli anni, la risposta rimane complessa.

L'omosessualità ha attraversato periodi di accettazione e discriminazione nella storia. Dalla sua approvazione nell'antica Grecia, è stata etichettata come "vizio morale" nel Medioevo e addirittura considerata una patologia nel XIX secolo. Solo nel 1973 è stata rimossa dal DSM (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) e nel 1990 dall'ICD-10 dell'Organizzazione mondiale della sanità. Tuttavia, solo nel 1991 gli psicoanalisti hanno ufficialmente abbandonato l'idea dell'omosessualità come patologia.

La confusione ha compromesso la ricerca scientifica sull'orientamento sessuale. Molti studi si concentrano principalmente sugli uomini omosessuali e sono spesso influenzati da pregiudizi o errori metodologici, ostacolando la formulazione di risposte chiare.

Uno studio suggerì che l'ipotalamo fosse più piccolo nei gay rispetto agli eterosessuali. Tuttavia, questo risultato fu contestato in seguito, considerando che i soggetti dello studio erano deceduti di AIDS, una malattia che impatta sul cervello. Inoltre, la plasticità cerebrale suggerisce che eventuali differenze potrebbero svilupparsi successivamente nella vita.

Gli studi sui "geni dell'omosessualità" sono altrettanto ambigui, con due varianti genetiche identificate ma il cui significato è dibattuto. Gli evoluzionisti pongono la domanda sulla selezione naturale, poiché non è chiaro come un comportamento che potenzialmente riduce il successo riproduttivo sarebbe stato favorito. Gli studi sui gemelli mostrano qualche concordanza nell'orientamento sessuale, ma non in modo assoluto. In definitiva, la sessualità umana è fluida, presentando una vasta gamma di sfumature tra gay e etero.

Interrogativo insoluto
Un professore universitario spiega che la scienza attuale sostiene l'esistenza di un'influenza reciproca tra l'espressione genetica e l'ambiente circostante. Inoltre, sottolinea che nessun singolo fattore può essere completamente responsabile della complessità di ogni orientamento sessuale, che sia omosessuale o eterosessuale.

Un dubbio emerge: il fatto che la scienza non abbia ancora risolto l'apparentemente semplice quesito "si nasce gay o si diventa?" potrebbe indicare che la domanda stessa potrebbe essere problematica. Il professore conferma che la diversità delle omosessualità e l'assenza di una netta divisione tra i due orientamenti suggeriscono la presenza di un continuum.

Questa prospettiva non è nuova. Nel 1924, uno scrittore francese notava la presenza di scelte intermedie tra l'omosessualità esclusiva e l'eterosessualità esclusiva.

La scienza attuale considera la sessualità come fluida, con una componente bisessuale presente in tutti noi. Tale componente tende a orientarsi durante la crescita, ma può modificarsi nel corso della vita. Ciò non implica la possibilità di influenzare o gestire il proprio orientamento sessuale. Le "terapie riparative" sono condannate per la loro inefficacia e dannosità psicologica.

Quando si stabilizza l'orientamento sessuale? Secondo un neuroscienziato, avviene prima della nascita, influenzato da fattori ormonali durante la gravidanza. Altri sostengono che si verifichi nei primi anni di vita o, nella maggior parte dei casi, prima della pubertà. Tuttavia, la pubertà può essere influenzata dalle pressioni socio-culturali, portando a conseguenze significative.

Con il progressivo superamento dei pregiudizi e la crescente libertà di esprimere il proprio orientamento sessuale in molti Paesi, gli stereotipi legati all'omosessualità stanno gradualmente scomparendo.

E' consigliabile evitare di porsi o porre domande riguardo ai ruoli "attivo" e "passivo" nelle coppie gay, poiché tale concetto rappresenta un altro stereotipo persistente, originato dalla volontà di assimilare le coppie omosessuali a quelle eterosessuali. È importante smantellare anche i pregiudizi sulla durata delle relazioni: non è corretto affermare che le coppie di uomini gay siano meno durature di quelle lesbiche. Anzi, secondo una recente indagine le coppie lesbiche durano mediamente tra i tre e i quattro anni, mentre quelle di uomini gay possono estendersi fino a una decina di anni. Questa discrepanza potrebbe essere attribuita al fatto che, culturalmente e ormonalmente, le donne tendono a formare rapidamente una coppia, mentre gli uomini, quando lo decidono, cercano stabilità.

Nonostante ciò, emerge una differenza tra le coppie eterosessuali e quelle omosessuali: queste ultime sembrano affrontare in modo più efficace le problematiche sessuali. Ad esempio, di fronte a una disfunzione erettile, una coppia eterosessuale tipicamente sperimenta crisi, mentre una coppia gay riesce a superare più agevolmente la situazione, trovando alternative alla penetrazione. Le coppie eterosessuali spesso si vincolano a un'idea rigida del rapporto sessuale, incentrata su preliminari e coito. Al contrario, le coppie omosessuali, sia maschili che femminili, si mostrano più flessibili, accettando la possibilità di limitarsi alla masturbazione reciproca, al rapporto orale o di introdurre altre varianti. Ciò comporta una riduzione dell'ansia da prestazione e la risoluzione dei disturbi sessuali mediante l'adozione di nuove modalità.

In conclusione, si osserva un'intesa di coppia che, in questo contesto, si traduce anche in un'intesa di genere: tra donne o tra uomini, la comprensione reciproca risulta più naturale.

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