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Masturbazione: perché è ancora un tema delicato?
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Masturbazione: perché è ancora un tema delicato?
Per i nostri antenati, la masturbazione, era un atto naturale, ma nel corso del tempo è stato stigmatizzato come un "comportamento contro natura". Nonostante questo, essa rimane un argomento controverso, sebbene sia un atto del tutto naturale. Ma perché?

Si pratica, ma non si ammette apertamente. Le ricerche indicano chiaramente che circa il 60% delle donne e l'80% degli uomini si concede regolarmente l'autopiacere. Tuttavia, secondo sociologi, la metà di loro prova vergogna nell'ammetterlo apertamente. Come mai la masturbazione è ancora considerata un tabù oggi? Quali sono le ragioni dietro questa percezione e cosa ci dice la scienza?

L'autoerotismo nel passato
La masturbazione è un comportamento intrinseco all'uomo, come testimoniano antiche pitture rupestri preistoriche. Nell'antico Egitto, addirittura, si riteneva che l'atto autoerotico del dio Atum avesse dato inizio alla creazione, e i faraoni si impegnavano in pratiche masturbatorie durante le cerimonie sulle rive del Nilo.

È nel contesto del cristianesimo che la masturbazione, precedentemente considerata un atto naturale, è stata trasformata in un "peccato contro natura". Nel corso dei secoli, la condanna dell'autoerotismo si è intensificata, colpevolizzando anche i pensieri.

Repressione e bigotteria
Nell'Ottocento, in Lombardia, alcuni seminari avevano specchi nei bagni per controllare che i giovani non cedessero al vizio durante il lavaggio. Le suore, spesso, potevano fare uso del bidet solo se accompagnate. Questa visione repressiva ha influenzato a lungo il mondo occidentale.

Tuttavia, ulteriori pregiudizi medici sorti negli ultimi tre secoli hanno contribuito a peggiorare la situazione. Un noto medico svizzero, del 1760, ha stilato un'opera dettagliata sulle presunte malattie causate dalla masturbazione, tra cui cecità, gotta, epilessia e follia. Queste idee hanno alimentato il biasimevole controllo sociale. Uno psichiatra tedesco, del 1886, ha persino raccomandato la "bruciatura del clitoride con ferri arroventati" per le donne considerate masturbatrici incurabili.

1972: La masturbazione entra nel "Normale"
La svolta epocale si verificò nei decenni '40-'50 grazie al celebre "Rapporto Kinsey", un'indagine sulla sessualità degli statunitensi che, sfidando le convenzioni dell'epoca, ha rivelato che allora il 94% degli uomini e il 58% delle donne praticava l'autoerotismo. Infine, nel 1972, seguendo le ondate del movimento femminista la masturbazione è stata riconosciuta come un atto "normale".

Tutto sembra in ordine, giusto? Non esattamente. Poiché ai divieti ossessivi si aggiunge un terzo elemento cruciale: il tabù sociale, ancora presente oggi, specialmente per le donne. Mentre la masturbazione maschile è spesso vista come un segno di potenza sessuale, quella femminile è ancora considerata un segnale di perversione o di eccessiva libido. Nonostante i progressi degli anni '60, la pressione sociale continua a relegare la donna a un ruolo sessuale reattivo, piuttosto che attivo. Si ritiene ancora che la donna non debba raggiungere il piacere sessuale da sola.
Anche gli uomini non sono esenti da un giudizio negativo: chi pratica regolarmente la masturbazione è talvolta etichettato come uno "sfigato" che ricorre all'autoerotismo perché non ha una partner.

Immaturità sessuale e insoddisfazione?
Nonostante molte persone che hanno una relazione stabile si masturbino, la percentuale è ancora più alta tra i single, secondo i dati. In un sondaggio solo il 16% di quelli in coppia ha ammesso di essersi masturbato nei precedenti 30 giorni. Tuttavia, questo dato potrebbe essere distorto, poiché coloro senza un partner sono più propensi a dichiarare apertamente l'autoerotismo, mentre chi è sposato può sentirsi in imbarazzo.. In un'analisi simile la percentuale sale al 66% per gli uomini e al 39% per le donne single, ma si riferisce alle attività autoerotiche nell'ultimo anno.

Lo stigma dell'"amore solitario" è la radice di questo tabù sociale. L'autoerotismo rappresenta l'esclusione simbolica dell'altro, l'affermazione dell'autosufficienza sessuale. Questo lo rende un segnale di isolamento interiore ed è per questo che viene considerato un segno di sessualità immatura o di insoddisfazione. Ma la realtà racconta una storia diversa.

Quello che è cambiato, rispetto al passato, è l'ampio periodo della vita in cui viene praticato, come mostrano ricerche più recenti. Ora coinvolge anche la terza età, e le fantasie che lo accompagnano sono molto più varie, spesso influenzate dalla visione di pornografia online.

Autoerotismo e benessere
Ma la masturbazione fa bene o male?
A condizione che non diventi un'ossessione, è un atto che contribuisce allo sviluppo psicosessuale e alla scoperta dei propri meccanismi di piacere. Sorprendentemente, secondo la scienza, l'autoerotismo non è solo una pratica intrapresa già nel periodo fetale.

Ha impatti positivi sulla salute: induce il rilascio di endorfine, noti come gli ormoni della felicità, oltre all'ossitocina e al cortisolo che beneficiano il sistema immunitario. La pratica autoerotica maschile è stata associata a numerosi benefici per la salute, incluso il contributo alla prevenzione del diabete di tipo 2. Secondo alcuni studiosi questa elevata frequenza di atti autoerotici maschili ha radici in una precisa strategia evolutiva: rimuove il vecchio sperma dall'apparato riproduttivo, accelerandone il ricambio e quindi offre maggiori probabilità per un concepimento.

Il rischio principale è, piuttosto, correlato al silenzio culturale e sociale riguardo alla masturbazione, il quale può alimentare la repressione sessuale. Questo potrebbe portare a sentimenti di vergogna e colpa, impedendo alle persone di godere appieno della propria sessualità in modo sano durante l'età adulta. Per superare questo tabù, ribaltando completamente la prospettiva, l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha diffuso nel 2013 a tutti i governi europei il manuale "Standard di Educazione Sessuale in Europa", promuovendo corsi di sessuologia nelle scuole. L'obiettivo è consentire ai bambini e ai ragazzi di affrontare argomenti legati alla sessualità in modo aperto, senza preoccupare i genitori né interpretare tali discussioni come segnali sessuali precoci. Un messaggio che, a causa dei secoli di tabù, ancora ha difficoltà nel diffondersi.

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