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Dettagli poco noti sulla menopausa
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Dettagli poco noti sulla menopausa
La menopausa, una fase cruciale nella vita di una donna, rimane avvolta da molte incertezze per quanto riguarda la scienza e la medicina.

La definizione medica della menopausa è, almeno in parte, chiara: è una fase biologica nella vita di una donna che segna la conclusione delle mestruazioni a causa della ridotta funzionalità ovarica. Convenzionalmente, la menopausa viene ufficializzata dopo almeno dodici mesi di assenza del ciclo. Questa transizione avviene, secondo uno studio recente, a causa di "un insieme complesso e ancora in gran parte sconosciuto di fattori genetici, ormonali e ambientali". Esaminiamo brevemente ciò che sappiamo su questo argomento, partendo da una curiosità.

Nasce nel 1821...
La parola, non la menopausa: il termine "ménopause" compare per la prima volta nel 1821, coniato dal medico francese Charles Pierre Louis de Gardenne, che lo utilizzò nel titolo del suo libro: “Della menopausa, o dell’età critica delle donne”.

È una rarità (nel regno animale)
Con l'avanzare della menopausa, le ovaie iniziano a produrre meno estrogeni, l'ovulazione diventa più rara e la riproduzione diventa problematica, fino a cessare del tutto.

Questo fenomeno è raro in natura e le femmine umane lo condividono solo con altre due specie: l'orca e il globicefalo (conosciuto anche come balena pilota). Come le donne, le femmine di questi mammiferi vivono a lungo dopo la fine dell'età riproduttiva e contribuiscono alla cura della prole. I biologi evoluzionisti hanno avanzato l'ipotesi della "nonna" per spiegare quale vantaggio evolutivo possa giustificare questa particolarità della menopausa: il fatto che le femmine vivano ben oltre l'età della riproduzione potrebbe comportare un beneficio per figli e nipoti. Tuttavia, c'è chi sostiene che ciò possa essere attribuito ai maschi.

Variazioni significative
L'età di insorgenza della menopausa è estremamente variabile. Il range considerato normale va dai 45 ai 55 anni: negli studi più recenti, l'età media è stata registrata a 48,8 anni (50,5 in Europa, 47,2 in America Latina, 51,3 in Australia). La menopausa è considerata precoce se si verifica prima dei quarant'anni.
Di solito, è preceduta da un periodo, che può durare da pochi mesi a diversi anni (4 in media), in cui gli ormoni riproduttivi, estrogeno e progesterone, iniziano a diminuire, rendendo il ciclo mestruale imprevedibile. Questo è noto come periodo della perimenopausa: durante questa fase, alcune donne possono già sperimentare alcuni sintomi tipici, come vampate di calore, sbalzi d'umore e aumento di peso, a causa delle fluttuazioni ormonali. Tuttavia, le esperienze possono variare notevolmente da individuo a individuo.

Diagnosi complicata
Al momento, non esistono test diagnostici che possano determinare con certezza lo stato di menopausa. Un'analisi del sangue che misura i livelli di un ormone chiamato FSH (ormone follicolo-stimolante), che aumenta con l'avvicinarsi della non fertilità, può fornire indicazioni. Tuttavia, i livelli di questo ormone tendono a oscillare considerevolmente.

La presenza di un componente ereditaria può influenzare sia la menopausa precoce che quella tardiva (oltre i 55 anni): se la madre ha vissuto la menopausa in anticipo o in ritardo, è più probabile che la stessa situazione si verifichi nella figlia.

Aspetti naturali e culturali
Gli estrogeni sono coinvolti in numerose funzioni fisiologiche, e recettori per gli estrogeni sono presenti in molti tipi di cellule e tessuti. Questa varietà di recettori contribuisce alla diversità dei sintomi, i quali possono interessare praticamente tutti gli organi dell'organismo. Tra i sintomi più noti ci sono le vampate di calore, manifestazioni vasomotorie sperimentate da un'ampia percentuale di donne. Altri sintomi includono cambiamenti d'umore, disturbi del sonno, calo del desiderio e aumento di peso. In fasi successive, possono comparire problemi come l'osteoporosi e la perdita di elasticità della pelle.
Per alcune donne, la combinazione di sintomi può essere debilitante e difficile da sopportare; per altre, potrebbe non risultare particolarmente fastidiosa. Le reazioni e l'impatto sulla vita sembrano variare notevolmente anche in base al paese e alla cultura. In Gran Bretagna, ad esempio, sei donne su dieci riferiscono di sperimentare vampate di calore, mentre in Giappone la percentuale è di una su dieci: si tratta di un fenomeno meno diffuso o di un tabù sociale che limita la discussione a riguardo?

L'utilizzo di ormoni sostitutivi
Fino a circa quindici anni fa, la somministrazione di ormoni, come estrogeni, progesterone o una combinazione di entrambi, era ampiamente praticata per alleviare i disturbi legati alla menopausa e come precauzione per la salute, in particolare per il rischio cardiovascolare. Tuttavia, uno studio rilevante ha sollevato preoccupazioni significative: la terapia ormonale sostitutiva non solo non preveniva le malattie cardiovascolari nelle donne in menopausa, ma aumentava il rischio, oltre a incrementare l'incidenza di tumori al seno e alle ovaie.
Studi più recenti hanno attenuato l'allarme iniziale, ma la maggioranza dei medici ritiene oggi che la terapia ormonale sia indicata principalmente per donne che affrontano disturbi significativi che influiscono sulla loro qualità di vita, specialmente all'inizio della menopausa, e in assenza di specifici fattori di rischio oncologici. Non è più consigliata come terapia preventiva a lungo termine.

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