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Curiosità sulla masturbazione che potresti non conoscere
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Curiosità sulla masturbazione che potresti non conoscere
Per i nostri antenati, l'autoerotismo era un comportamento naturale fino a quando, nel 1700, un medico lo stigmatizzò per motivi commerciali. Oggi, la masturbazione è considerata anche un'audace forma di espressione artistica, e la scienza ha dedicato studi al suo beneficio, a condizione che non si esageri.

Origine del termine
L'atto di masturbarsi ha inizio fin dalla fase fetale e viene descritto come una delle tappe naturali della vita sessuale secondo la psicanalisi. Nonostante la medicina abbia assolto l'autoerotismo, il termine stesso, "masturbare," porta ancora con sé una connotazione negativa, significando letteralmente "stuprare con la mano."

Pratiche primitive
Persino le donne primitive si dedicavano al piacere personale. Nel 2005, nella caverna di Hohle Fels (Germania), è stato ritrovato un fallo di pietra levigata risalente a 28.000 anni fa, considerato il primo "dildo" della storia. In Cina, la masturbazione era vista come innocua per le donne ma pericolosa per gli uomini, che sarebbero stati privati di energia vitale.

Per le religioni antiche
Mentre per molte religioni antiche l'universo ha avuto inizio con un atto autoerotico divino, alcune considerano la masturbazione come un tabù, poiché l'autosufficienza sessuale è vista come prerogativa divina.

Per gli antichi filosofi
Nell'antichità classica, filosofi come Diogene il Cinico la vedevano come una necessità corporea, e medici come Galeno di Pergamo la consigliavano per regolare i liquidi corporei.

La Bibbia e l'autoerotismo
Sebbene la Bibbia non tratti esplicitamente della masturbazione, il termine "onanismo" oggi sinonimo di autoerotismo, deriva da Onan, personaggio della Genesi condannato da Dio per coitus interruptus, non per autoerotismo.

Il dibattito nel cristianesimo
Inizialmente ignorata, la masturbazione nel cristianesimo è stata successivamente vista come un disordine morale. San Tommaso d'Aquino nel XIII secolo la considerò un peccato grave, ma nel 1621 il medico inglese Robert Burton la consigliò alle donne depresse come rimedio contro la malinconia.

La percezione scientifica nel 1700
Nel 1760, il medico svizzero Samuel Tissot scrisse "L'onanisme," il primo trattato "scientifico" che elencava i danni causati dalla masturbazione. Si sosteneva che il piacere solitario provocasse cecità a causa della perdita di zinco durante l'eiaculazione, un oligoelemento che proteggeva gli occhi dalla luce.

L'autosoddisfazione veniva considerata una fonte di debolezza poiché si credeva che disperdesse l'energia vitale con il seme, associando l'orgasmo a una sorta di scarica epilettica che poteva causare epilessia.

La prima campagna anti-masturbazione
Iniziò in Inghilterra nel 1712 per ragioni di mercato. Un medico, forse John Marten, pubblicò anonimamente "Onania", un trattato sui pericoli della masturbazione che offriva anche rimedi come il "tabacco aromatico da fiuto" e una "polvere fortificante" a base di erbe. Questo spaventapasseri contro l'autoerotismo nacque con l'intento di fare profitto attraverso il moralismo. La campagna ebbe successo, poiché durante l'Illuminismo la pratica veniva condannata per sfrenare gli istinti a discapito della ragione, promuovendo la solitudine invece della vita sociale e danneggiando l'economia, considerata uno spreco di energie.

Per combatterla furono inventati i Corn Flakes
I Corn Flakes furono addirittura inventati da John Harvey Kellogg per contrastare la masturbazione, mentre Sylvester Graham propose una dieta a base di fibre per calmare gli "spiriti bollenti".

La masturbazione non è esclusiva degli esseri umani
Gli animali praticano l'autoerotismo in modi diversi: le scimmie usano le mani, i delfini strofinano il pene sul dorso delle tartarughe, le gatte strofinano i genitali per terra.

Rivalutata dalla medicina
La medicina ha rivalutato l'autoerotismo, suggerendo che riduce del 65% il rischio di cancro alla prostata e favorisce ecografie più nitide nelle donne, stimolando l'afflusso di sangue alla vagina.

L'autoerotismo nell'arte
Nell'arte del '700, l'allusione alla masturbazione era implicita in diversi dipinti, ma è nel '900 che l'autoerotismo viene apertamente rappresentato. Nel 1913, Gustav Klimt esaltò l'autosufficienza erotica delle donne nei suoi dipinti. Negli anni '20, i surrealisti parigini si riunivano per riti autoerotici collettivi come forma di anticonformismo.

E Salvador Dalí ha dedicato una delle sue opere più celebri, "Il grande masturbatore", all'atto solitario del piacere.
Il "vizio segreto" si è trasformato in performance: nel 1972, l'artista italo-americano Vito Acconci, nascosto sotto una scala in una galleria d'arte di New York, si è masturbato raccontando al pubblico le sue fantasie erotiche attraverso un altoparlante. L'opera (vivente) era intitolata "Il semenzaio" e nel 2005 è stata riproposta da Marina Abramovic.

Le bambole gonfiabili di Hitler
La presunta richiesta di una bambola gonfiabile da parte di Hitler potrebbe essere una leggenda, poiché le "bambole sessuali" erano già in uso in Europa dal XVII secolo. Nel '600, le "dames de voyage" ("dame da viaggio") erano bambole di pezza a grandezza naturale realizzate con materiali poveri e vestiti usati. Queste singolari compagne erano popolari tra i marinai, dato che le donne non venivano imbarcate per superstizione.

Gli scienziati, la masturbazione e il cervello
Gli scienziati della Rutgers University di Newark hanno esaminato il cervello di nove donne durante l'autoerotismo mediante risonanza magnetica, scoprendo che durante il percorso verso l'orgasmo si attivano addirittura 30 aree del cervello, inclusi quelli del tatto, memoria, ricompensa e persino dolore.

Gli scienziati, la masturbazione e la salute
Dal punto di vista della salute, chi si masturba (o fa sesso) potrebbe ammalarsi meno, con un aumento del 30% nella soglia del dolore medio durante l'autoerotismo, secondo una ricerca. L'attività contribuirebbe all'attivazione del sistema immunitario e all'aumento della produzione di globuli bianchi, allungando anche la vita, con un minor tasso di mortalità nei successivi dieci anni per chi ha più orgasmi rispetto a chi ne ha meno.

Gli scienziati, la masturbazione e la neurobiologia
Da un punto di vista neurobiologico gli scienziati ipotizzano che il rilascio di dopamina durante la masturbazione possa contribuire a curare la sindrome delle gambe senza riposo. Allo stesso tempo, secondo i neurologi può aiutare a combattere l'emicrania e ad alleviare i crampi mestruali.

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