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Cosa significa se un uomo indossa una gonna?
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Cosa significa se un uomo indossa una gonna?
La sessuologia non considera problematici gli uomini che optano per l'uso della gonna al posto dei tradizionali pantaloni, ma piuttosto quelli che si scandalizzano, vedendo questa scelta come una mancanza di virilità.

La "gonna" maschile
La lunga veste maschile, che può essere bianca o colorata, a volte a righe, scende quasi fino ai piedi. Può essere semplicemente scollata o chiusa con una lunga fila di bottoni, con un colletto alla coreana, come nella penisola arabica, o decorata con un cappuccio, come nel Maghreb, con maniche lunghe e ampie. Questo capo rappresenta un elegante compromesso tra comodità, praticità, raffinatezza, riservatezza e decoro.

Il caftano è stato indossato in Europa per secoli, da russi, polacchi ed ebrei, a partire dal XIII secolo. Le tuniche utilizzate nell'antichità sono anch'esse un precursore di questi capi. Con l’avvento della rivoluzione industriale e la diffusione del classico abbinamento giacca-pantaloni scuri, l’abbigliamento maschile ha subito pochi cambiamenti e il caftano è caduto in disuso.

Il bisogno di affermare la virilità attraverso l'abbigliamento
Sono consapevole che la tunica maschile possa non essere la scelta più pratica per guidare un'auto o pedalare in bicicletta. Tuttavia, non ha senso escluderla in casa solo perché non è parte della nostra cultura. Anche il cappellino da baseball, che non è tipico della nostra cultura latina più di quanto lo siano i caschi con piume dei nativi americani nei film western, è diventato uno degli articoli di abbigliamento maschile più diffusi a livello globale, nonostante il suo aspetto banale e spesso poco attraente.

Perché i cappelli come fedora, lobbia e panama sono ormai quasi dimenticati?
Malgrado il loro fascino intramontabile, i cappelli come fedora, lobbia e panama sembrano essere stati messi da parte dalla maggior parte delle persone. La domanda sorge spontanea: perché questa dimenticanza? Una spiegazione evidente potrebbe risiedere nell'influenza predominante del modello di vita nordamericano, che ancora oggi determina molte delle scelte di stile e di moda, per il meglio e per il peggio. Tuttavia, questa non è l'unica ragione.

La sessuologia offre un'ulteriore spiegazione. I maschi, in misura maggiore rispetto alle femmine, hanno un forte desiderio di essere riconosciuti come tali. Per questo motivo, tendono a scegliere capi di abbigliamento che li aiutano a manifestare la loro mascolinità e a evitare qualsiasi ambiguità riguardo al loro genere. In questo senso, i cappellini da baseball sono risultati particolarmente efficaci.

Il caftano, pur essendo un capo esclusivamente maschile (e ampiamente usato in Arabia Saudita), appare ambiguo agli occhi occidentali. È considerato troppo femminile ed eccentricamente diverso. Questo pregiudizio fa dimenticare la sua bellezza estetica, la vasta gamma di tessuti, design e colori, e la sua estrema praticità, specialmente in contesti domestici.

La "gonnafobia"
Da quando i pantaloni sono diventati l'unico indumento accettabile per coprire la parte inferiore del corpo maschile, è emersa una vera e propria "gonnafobia". Questo fenomeno è così universale che ha preso piede ovunque, eccetto in Africa e nel Medio Oriente, anche in quelle culture dove la tunica era tradizionalmente l'abbigliamento preminente della classe dirigente, come accadeva fino a un secolo fa in Cina e nelle società tributari del Dragone.

Perché i sacerdoti indossano una tunica?
Oggi, gli unici uomini che indossano una tunica sono i sacerdoti. Questo abbigliamento serve non solo a sottolineare il loro attaccamento alla tradizione, ma anche a rappresentare simbolicamente una forma di de-virilizzazione. In altre parole, è una scelta che evidenzia una certa distanza dal gruppo degli uomini sessualmente competenti.

Differenze tra travestiti e transessuali
Come per tutte le norme sociali, anche il divieto per gli uomini di indossare gonne ha i suoi contrari. Alcuni uomini, attratti dai capi femminili, amano travestirsi da donna sia per motivi sessuali che per esibirsi. È importante distinguere questi individui dai transessuali. I travestiti non sono persone che si identificano con un genere diverso da quello biologico; piuttosto, sono uomini che indossano abiti femminili per vari motivi, e il termine "travestito" è spesso associato a connotazioni negative. Tra loro, si chiamano "sorelline" o "sissy" in inglese, e il loro comportamento è definito come "cross-dressing" nei trattati di sessuologia contemporanei.

Chi sono i travestiti?
Nella maggior parte dei casi, i travestiti, quando indossano abiti femminili, tendono a cercare rapporti sessuali con altri uomini che condividono la stessa passione per il travestitismo. Tuttavia, questa non è una regola ferrea. I travestiti non sono necessariamente omosessuali, bisessuali, gender-fluid o asessuali. Come notò il noto medico e sessuologo tedesco Magnus Hirschfeld, il termine "travestito" non implica una specifica orientazione sessuale o identità di genere.

Esistono uomini eterosessuali che trovano eccitante il travestirsi con abiti e accessori femminili.
Alcuni uomini, pur essendo completamente eterosessuali, sperimentano una maggiore eccitazione quando sono a letto con le loro partner, le quali spesso non mostrano alcuna opposizione e possono persino partecipare volentieri alla scelta di lingerie costosa, parrucche vistose e trucco da femme fatale. Questo comportamento, conosciuto come trasgressione, può avere un forte effetto stimolante senza influenzare né l'orientamento sessuale (chi si desidera a letto) né l'identità di genere (chi ci si sente di essere realmente). Se questo comportamento è vissuto come una scelta e non come un obbligo, non altera la vita sessuale in modo significativo né causa problemi al praticante, il sessuologo non considera questo fenomeno come una patologia.

Il fenomeno delle drag queen
Analogamente, il fenomeno delle drag queen, una volta rappresentato con tratti comici e grotteschi nel film "La Cage aux Folles" (Vizietto) con Michel Serrault e Ugo Tognazzi, è ora trattato con prospettive molto più sofisticate nel cinema contemporaneo.
Le drag queen, uomini che si trasformano in spettacolari figure femminili, adornati di piume di struzzo per esibizioni occasionali e poi tornano a vestire abiti maschili quotidiani, possono essere eterosessuali, omosessuali o avere orientamenti sessuali variabili.

La moda e le gonne da uomo
In questo contesto culturale, stanno emergendo tendenze che vedono uomini indossare gonne, sebbene inizialmente in ambito metrosessuale. Questi capi, che vanno oltre i tradizionali kilt scozzesi, potrebbero presto sostituire jeans e pinocchietti estivi. I designer di moda internazionale stanno riconoscendo questa tendenza e hanno iniziato a creare gonne da uomo, non solo per collezioni haute couture destinate a clienti esclusivi, ma anche per prêt-à-porter, con la possibilità di vederle presto nei grandi magazzini.

La gonna non è solo per eccentrici e fashionisti, ma ha attratto l'interesse di un vasto pubblico online.

Chi critica mostra un’identità insicura
Se da un lato non c'è nulla di patologico nei maschi che non indosserebbero mai una gonna, sia che si tratti di sorseggiare un tè comodamente seduti davanti al caminetto di casa o di bere una birra con gli amici al bar, dall’altro, coloro che oggi disapprovano queste espressioni di rifiuto delle norme binarie non sono poi così distanti dai loro nonni o dai genitori, che in passato si scandalizzavano per le ragazze che indossavano i pantaloni.

In entrambi i casi, ci troviamo di fronte a identità fragili e insicure. Queste non sono radicate in una serena accettazione dei propri gusti sessuali e nel rispetto delle preferenze altrui, ma sono caratterizzate da incertezze, fragilità e una costante ricerca di conferme e di etichette attraverso abiti e apparenze che permettano una rassicurante identificazione. Si tratta di personalità vulnerabili e timorose, identità così instabili da accogliere argomentazioni basate su un binarismo pseudoscientifico, che, come dimostra la biologia, non ha alcuna validità nella nostra specie, e nemmeno in molte altre.

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