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Riduzione delle dimensioni del pene: l'impatto dell'inquinamento
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Riduzione delle dimensioni del pene: l'impatto dell'inquinamento
L'esposizione agli interferenti endocrini, sostanze tossiche presenti in prodotti di uso quotidiano come pellicole per alimenti, vernici e cosmetici, è collegata a una riduzione delle dimensioni del pene.

Dimensioni del pene: leadership di vietnamiti e portoghesi
I risultati di uno studio mostrano che i circa quindicimila peni vietnamiti misurano in media 9,03 centimetri a riposo e 14,67 centimetri in stato di stretching manuale, una tecnica utilizzata dagli andrologi che si avvicina alla lunghezza misurabile in erezione.

I vietnamiti risultano avere una lunghezza del pene leggermente superiore rispetto ad altre popolazioni, superati solo dai portoghesi. Tuttavia, indipendentemente dalle differenze regionali, che spesso riflettono più i metodi di misurazione che differenze anatomiche reali, c'è un fenomeno che minaccia tutti i maschi: gli interferenti endocrini, che potrebbero ridurre le dimensioni del pene e dei testicoli.

Cosa sono gli interferenti endocrini?
Gli interferenti endocrini sono prodotti tipici dell'inquinamento industriale, derivati principalmente dalla plastica e dai suoi processi di degradazione ambientale. Queste sostanze chimiche mimano gli ormoni, si legano ai loro recettori e alterano o bloccano le normali risposte biologiche del corpo.

Effetti degli interferenti endocrini sul maschio: la femminilizzazione
Tra le sostanze più incriminate troviamo bisfenolo A, parabeni e ftalati, presenti in molti oggetti di uso quotidiano, come PVC, pellicole per alimenti, vernici e cosmetici. Questi composti agiscono come "chiavi false", occupando i recettori destinati al testosterone e impedendone l'azione, compromettendo così la funzione androgena.

In termini semplici, seppur non scientificamente accurato, possiamo dire che gli interferenti endocrini sono pseudo-estrogeni che tendono a femminilizzare chi è esposto cronicamente a queste sostanze.

Dove si trovano gli interferenti endocrini?
Essendo gli esseri umani al vertice della catena alimentare, sono tra i principali destinatari di queste sostanze tossiche. Gli interferenti endocrini passano dall'acqua alle piante, e da queste agli animali, accumulandosi soprattutto negli animali da allevamento. Gli americani, tra i maggiori produttori di queste sostanze chimiche insieme alle nazioni industrializzate, le chiamano giustamente "distruttori endocrini".

Interferenti endocrini: il loro impatto sugli ormoni e le dimensioni del pene
Gli interferenti endocrini non compromettono tanto la produzione degli ormoni, quanto la loro attività biologica, in particolare quella degli ormoni maschili.

Il Lombardo-Veneto non rappresenta solo una zona storica preunitaria, ma è anche una delle aree più inquinate d'Italia e tra le più colpite in Europa. Il progresso economico della Pianura Padana è stato alimentato dall'industrializzazione, ma con un costo significativo per la salute pubblica, caratterizzata da livelli allarmanti di interferenti endocrini nell'ambiente.

Interferenti endocrini e riduzione delle dimensioni del pene
Un noto andrologo ed endocrinologo ha guidato un importante studio che ha esaminato la salute sessuale di un migliaio di giovani veneti esposti agli interferenti endocrini, evidenziando una significativa riduzione del numero di spermatozoi (-18% in 15 anni) e alterazioni morfologiche legate a squilibri ormonali. Inoltre, il 36% dei partecipanti presentava una lunghezza delle braccia superiore alla media, segno di anomalie nel sistema endocrino.

Ma c'è di più: l’esposizione a queste sostanze per circa 25 anni ha provocato una riduzione di quasi un centimetro della lunghezza del pene in fase di stretching nei maschi veneti. Oltre un quinto dei partecipanti presentava un volume testicolare inferiore ai 12 centilitri, al di sotto della soglia di normalità.

Interferenti endocrini e modifiche morfologiche
Il ricercatore ha approfondito la questione con un’analisi morfologica più avanzata, rilevando che la distanza ano-genitale (che riflette il grado di esposizione al testosterone durante la vita fetale) nei giovani veneti odierni è più simile a quella delle donne che a quella della generazione precedente. Le donne, producendo pochissimo testosterone, presentano naturalmente una distanza ano-genitale ridotta. Questo dato rappresenta un'ulteriore prova dell'effetto femminilizzante degli interferenti endocrini, che minaccia la virilità maschile.

Tuttavia, sarà necessario confermare questi risultati con ulteriori studi condotti in altri contesti socio-economici per comprendere se l'effetto è diffuso globalmente. Un altro andrologo europeo, ha dimostrato che nei 1.106 danesi studiati, una distanza ano-genitale più breve raddoppia il rischio di infertilità.

Il ruolo della vitamina D e il collegamento con il Covid-19
Un altro possibile indizio sul legame tra inquinamento e salute sessuale è emerso durante la pandemia di Covid-19. La Lombardia e il Veneto, tra le regioni più colpite dal virus, sono anche tra le aree con i maggiori livelli di inquinamento. Questo triste primato è stato associato non solo a scelte politiche, ma anche alla scarsa qualità dell’aria e ai livelli insufficienti di vitamina D, elemento fondamentale per la salute riproduttiva.

Vitamina D e interferenti endocrini: un legame con l'inquinamento e la salute maschile
Oltre ai dati epidemiologici, emerge un altro fattore rilevante: la carenza di vitamina D, che in Italia è particolarmente diffusa, rappresenta un ulteriore rischio per l'insorgenza dell'infezione da coronavirus e la sua progression. Negli ultimi mesi, le vendite di integratori di vitamina D hanno registrato un forte aumento, accompagnato da un incremento dei prezzi, giustificato principalmente dalla crescente domanda nelle farmacie.

Interferenti endocrini e l’impatto sull’assorbimento della vitamina D
Secondo un gruppo di ricercatori la carenza di vitamina D è anche correlata alla riduzione delle dimensioni gonadiche. Questa ipovitaminosi, guarda caso, sarebbe ulteriormente aggravata dall'inquinamento e dalla presenza di interferenti endocrini, che possono interferire con il recettore della vitamina D. Questo recettore svolge un ruolo cruciale nella funzione delle gonadi maschili e nella salute erettile, una funzione che risulterebbe compromessa nei diabetici con livelli insufficienti di vitamina D.

Quindi i distruttori endocrini ridurrebbero le dimensioni dei genitali maschili, inibendo l'efficacia della vitamina D. Questo crea un circolo vizioso: la vitamina D, non essendo in grado di svolgere il suo ruolo, diventa un fattore di rischio per lo sviluppo della malattia che ha colpito la nostra generazione. In questa complessa rete di cause ed effetti, emerge che l'inquinamento e i distruttori endocrini rappresentano alcuni dei principali responsabili della riduzione della virilità maschile.

Ripensare i modelli di sviluppo per la salute pubblica
Se prendessimo seriamente in considerazione le lezioni che la natura e l'epidemiologia ci stanno dando, attraverso i gravi rischi per la salute e i pesanti costi sociali ed economici, dovremmo rivalutare i modelli di sviluppo economico. Modelli focalizzati unicamente sul profitto rapido e facile risultano miopi, mettendo a rischio la mascolinità e la salute generale della popolazione.

Dimensioni del pene e geografia: l'influenza della latitudine
Le dimensioni del pene possono variare in base alla latitudine e alla posizione geografica, come dimostrato dai dati scientifici riportati nella seguente tabella. I numeri sono frutto di ricerche accademiche condotte con metodi diversi e su campioni di popolazione variabili, quindi le comparazioni sono da considerarsi indicative. In alcuni casi, è presente una doppia misurazione, effettuata da gruppi di ricerca distinti, spesso basata su studi non recenti.


Questi numeri riflettono come fattori ambientali e genetici possano influenzare le dimensioni genitali, con possibili implicazioni sulla salute riproduttiva e sessuale.

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